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Economia, StartUp e Fintech

Childfood: un esempio di Crowdfunding.

Nelle settimane scorse vi abbiamo parlato del Crowdfunding: il viaggio continua con una piccola carrellata dei progetti più curiosi sulla Rete.

Il primo che vi presentiamo è Childfood, un libro di cucina per bambini di età indicativa tra 5 e i 13 anni,  ideato da Luca Scarcella, classe ’89, giornalista investigativo e appassionato di innovazione e digitale.

Il libro contiene 23 ricette proposte da grandi chef celebri in tutto il mondo che hanno messo a disposizione la loro arte culinaria  per il progetto. Per citarne alcuni, l’italiano Massimo Bottura, l’indiano Gaggan Anand, il russo Vladimir Mukhin, la francese Dominique Crenn, l’argentino Francis Mallmann e il peruviano Virgilio Martinez.

Childfood, oltre a contenere le ricette e le storie sull’origine delle materie prime più usate in cucina, presenta illustrazioni  e disegni basate sulle storie  da completare e colorare.  Gli artisti che hanno contribuito alla realizzazione dei contenuti illustravi sono Pascal Campion  che ha lavorato per realtà come Dreamworks, Disney e Warner  Bros, e Nikkolas Smith diventato noto per il ritratto commemorativo di George Floyd.

Il progetto è in questo momento disponibile sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter. La campagna, partita il 16 Giugno scorso alle 14.30, dopo pochi minuti  è stata inserita nella home page come “Project we love”(Il progetto che amiamo) per l’innovatività che esso presuppone.

Abbiamo contattato Luca Scarcella in esclusiva per iWrite che ci ha raccontato: “È una cosa che mi riempie di orgoglio. Questo riconoscimento spetta ai prodotti più innovativi e ritenuti interessanti”.

Childfood rappresenta uno strumento di educazione e divertimento grazie anche alla possibilità per i bambini creare una serie di ricordi positivi con i genitori e con i fratelli in cucina.

Ma  Childfood sarà un progetto che supporterà due cause benefiche –racconta Luca– grazie alla partnership con Charity:Water , no-profit leader mondiale in progetti di purificazione dell’acqua, ogni 5 libri venduti, verrà portata acqua pulita ad un bambino in più.”

Non solo: “Il progetto supporta anche un’altra grande causa benefica grazie alla collaborazione con Share the Meal, progetto del World Food Program. Tramite la scannerizzazione di un QRCode presente nel libro sarà possibile unirsi al team di Coolinary Explorers e donare 40 centesimi per sfamare un bimbo in una sola giornata”.

Insomma, un’idea creativa, che declina molto bene un trending topic come il food, e ha anche degli effetti positivi sulla collettività.

Il crowdfunding che ci piace… In attesa del prossimo progetto!

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I 4 modi di fare crowdfunding

Negli ultimi anni sta prendendo piede un nuovo metodo di finanziamento, che si sta affiancando agli istituti di credito, alle Pubbliche Amministrazioni e agli enti locali, che  da sempre considerati  punti di riferimento per le concessioni di capitali, il cosiddetto crowdfunding.

Il crowdfunding (parola che nasce dall’unione dei termini “crowd“, folla, e  “funding”, finanziamento), costituisce un metodo alternativo di ricezione di fondi: potremo dire essere una sorta di “finanziamento dal basso” o “finanziamento della folla”.

In pratica, tutto si basa sul concetto di capitale sociale: a prestare i capitali non sono più le banche o le imprese, ma i singoli risparmiatori che si uniscono riuscendo a diventare una fonte di capitale.

Ma a chi vengono prestati i capitali?

Semplice: a chi ha un’idea e vuole svilupparla (sì, stiamo parlando delle startup).

Cosa si può finanziare? Tutto: da un servizio a un prodotto. L’aspirante imprenditore definisce una cifra che gli serve, la propone alla folla e se raggiunge il traguardo realizza la sua idea.

Per diventare di massa, il Crowdfunding ha dovuto far proprie alcune meccaniche virali tipiche del web: non per nulla, è stato attraverso la Rete che il finanziamento dal basso ha permesso a moltissimi aspiranti imprenditori di realizzare la propria impresa.

Oggi sono moltissime le piattaforme online dedicate al Crowdfunding (le più famose sono Kickstarter e Mamacrowd) ovviamente regolate dagli organismi di controllo che tutelano chi vuole investire denaro e chi è in cerca di capitali per rendere realtà il proprio progetto.

Per richiedere liquidità tramite il finanziamento collettivo i crowdfunders -coloro che fanno crowdfunding-devono  creare  una pagina personale in una delle  piattaforme online attraverso cui possono presentare  il proprio progetto ai potenziali finanziatori che decidono se avviare il finanziamento oppure declinare. Naturalmente, prima che i crowdfunders presentino il progetto alla folla, le piattaforme valutano le campagne proposte prima di poterle inserire nel sistema.

Un aspetto da sottolineare è che non esiste un solo modo di fare Crowdfunding: anzi, a dirla tutta ci sono quattro diversi modelli che sono applicabili.

  1. DONATION BASED CROWDFUNDING:  com’è intuibile dal nome, questo modello di Crowdfunding si basa su un principio di solidarietà. Infatti, la forza motrice che permette agli investitori di erogare liquidità secondo questo approccio è riflessa nella volontà di sposare valori etici e morali che vengono presupposti dai progetti presentati dai crowdfunders. In altre parole, considerata la natura solidale del modello, i finanziatori donano  il proprio denaro senza  fini speculativi e senza ottenere una ricompensa in cambio. Per definizione, il crowdfunding che  si basa sulle donazioni viene adottato perlopiù da aziende no profit, da associazioni benefiche o volontariato e da ONG. Per fare un esempio, nel 2017 il comitato di Susa regalò alcuni defibrillatori con una campagna di donation based crowdfunding.
  2. REWARD BASED CROWDFUNDING:  è uno dei più popolari e ha come principio la ricompensa. I donatori  erogano somme di denaro e in proporzione all’entità del finanziamento stesso ricevono una ricompensa che però ha un valore simbolico e non finanziario. Anche in questo caso, è la condivisione dell’ideale e degli scopi le determinanti di questo modello. Kickstarter e Indiegogo sono le piattaforme dove è più semplice trovare questo tipo di progetti.
  3. LENDING BASED CROWDFUNDING: il modello lending, come da definizione, prevede l’impiego di prestiti e interessi scambiabili tra privati. Questa tipologia di crowdfunding permette ai privati di prestare capitale ad altri privati o aziende che, dopo un lasso temporale,  è prevista la restituzione del prestito maggiorato di un tasso di interesse. In Italia, queste piattaforme devono essere autorizzate da Banca d’Italia.
  4. EQUITY BASED CROWDFUNDING:  è la forma di crowdfunding che più si avvicina al concetto di investimento. Attraverso l’immissione di capitale nel progetto, ci si assicura il diritto ad avere una quota nell’azienda che nascerà in caso di raggiungimento dell’obiettivo. Chiaro che ci assumerà così anche i rischi (ma si avrà diritto a eventuali dividendi). Nel caso di aziende non quotate è possibile partecipare al progetto in regime di crowdfunding solo se i  progetti, prima di essere effettivamente lanciati, risultino essere autorizzati dalla Consob.

Il viaggio di iWrite nel mondo del crowdfunding è appena cominciato: nelle prossime puntate faremo un’esplorazione di alcuni progetti che la redazione riterrà interessanti e curiosi, cercando di spaziare fra i quattro modelli che abbiamo presentato.

Volete unirvi a noi?