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Quanto sono determinanti i social network per distribuire i propri contenuti con l’obiettivo di abbattere le barriere imposte dalla disabilità?
Ovviamente molto: oggi anzi possono essere il vero valore aggiunto in un sistema distributivo che permetta di raggiungere pubblici sempre più ampi e bisogno di aiuto specifico, talvolta anche con costi relativamente contenuti.
Certo, bisogna capire quanto e come calibrare l’attività di distribuzione, lavorando su format che siano in grado di sfruttare al meglio i canali: non è un caso che molti network si stiano dotando di reparti in grado di rispondere a questa necessità.
Per approfondire il tema iWrite ha intervistato Rosa Coscia, esperta di Accessibilità web e social all’interno della Direzione Pubblica Utilità in Rai, che opera nel team del broadcaster di stato che si occupa proprio di questo specifico tema.

 

Come avete capito che anche i social posso contribuire all’obiettivo che ha Rai di rendere ogni prodotto accessibile?

 

La Rai è la più grande azienda di Comunicazione del nostro Paese, concessionaria del Servizio Pubblico radiotelevisivo. Fa parte della sua Mission raggiungere tutto il pubblico italiano, compreso quello delle persone con disabilità sensoriali che ha bisogno di supporti specifici (audiodescrizione per le persone cieche, sottotitoli e/o traduzione LIS per le persone sorde) per poter “accedere” ai contenuti audiovisivi trasmessi in tv, ai contenuti web erogati sui siti Rai e, ovviamente, anche ai contenuti veicolati sui social network, piattaforme che hanno ormai un ruolo centrale nel panorama della Comunicazione. In questo senso non potevamo più rimandare la sfida di approdare all’universo dei social e di farlo in maniera accessibile. L’abbiamo colta ufficialmente proprio a poca distanza dall’inizio del primo lockdown, nell’aprile 2020, aprendo il profilo Facebook @RaiAccessibilità per poter stare accanto alla nostra utenza che rischiava di rimanere ancor più isolata a causa delle difficoltà nel recepimento delle comunicazioni, se non rese accessibili.

 

Facebook è il vostro social di punta per avvicinarvi a chi ha disabilità? Se sì perché? 

 

Facebook è stata la scelta più naturale in quanto è un social in cui, accanto ai contenuti multimediali (che pubblichiamo sempre dotati dei supporti di accessibilità come audiodescrizione e/o sottotitoli e/o LIS, oppure il testo alternativo per le immagini), ha un certo spazio la parte testuale nei post. Avevamo bisogno di poter parlare al nostro pubblico, raccontarci, raccontare quello che la Rai fa per le persone con disabilità sensoriali e dialogare con loro. Inoltre, Facebook è un social che può raccogliere in egual misura le persone con disabilità visive e uditive, non essendo basato esclusivamente su una componente visiva. Ci consente di fare anche dirette live dagli eventi in cui siamo presenti a parlare di inclusione o a portare l’accessibilità. Infine, il pubblico a cui avevamo bisogno di fornire il maggior supporto era proprio quello degli adulti (e dei loro figli) e degli anziani che sono rimasti gli utenti più fedeli a Facebook. I teenager approdati direttamente a Instagram o Tik Tok hanno già strumenti e competenze digitali che li rendono meno svantaggiati nel compito della ricerca di informazioni, sebbene vadano ovviamente indirizzati ed educati a saper distinguere le fake news dalla realtà, compito di cui la Rai pure si incarica.

 

Su Twitter viene utilizzato da Rai per il Sociale, ora Rai per la Sostenibilità,l’#RaiEasyWeb. Come mai é stato creato questo hashtag? 

 

La presenza su Twitter di notizie riguardanti il palinsesto di Rai Easy Web, il sito Rai dedicato alle persone con disabilità sensoriali gestito dalla nostra struttura Rai Accessibilità, risale già al 2016 grazie alla collaborazione con la Direzione aziendale che si occupa di fare da punto di raccordo per tutte le iniziative e gli spazi che la Rai dedica alle tematiche della Sostenibilità, tra cui quella Sociale. In questo contesto, informare brevemente e rapidamente l’utenza dei disabili sensoriali e le loro famiglie sui contenuti informatici, culturali o di intrattenimento di cui possono fruire gratuitamente e in formato accessibile per loro rientra pienamente negli obiettivi del servizio.

 

Pensi che altri social come Instagram e TikTok possano servire a promuovere i servizi offerti tramite il vostro sito Rai EasyWeb e l’account di Facebook? 

 

Si tratta di piattaforme sempre più diffuse tra i giovani e non solo, dunque sarebbe importante per noi dare al pubblico dei disabili sensoriali di tutte le età, alle loro famiglie, ma anche alla società tutta – che deve accorgersi dell’importanza di considerare tutte le esigenze comunicative –, la possibilità di rimanere informati sulle nostre attività se la piattaforma social prediletta e maggiormente frequentata sia una di queste.

 

In una piattaforma come Tiktok basata principalmente sull’utilizzo della musica e della componente visiva pensi che sia possibile integrare l’audiodescrizione oppure i tempi di questo social sono troppo veloci per l’accessibilità? 

 

Magari un frammento di audiodescrizione particolarmente suggestivo o perfino divertente potrà diventare esso stesso una “colonna sonora” per qualche Tik Tok, chissa! Basti pensare che un video pubblicato sul nostro account Facebook con l’audiodescrizione dei momenti della proclamazione dei Maneskin come vincitori dell’Eurovision Song Contest 2021 ha superato i 4 milioni di visualizzazioni e molte persone si sono interrogate su cosa fosse quella voce che commentava le immagini in una maniera che risultava “strana” alle loro orecchie. É evidente che è un servizio ancora poco conosciuto al vasto pubblico e strumenti che possano raggiungere grandi numeri di persone come Tik Tok possono aiutarci in un’operazione di sensibilizzazione e di diffusione della cultura dell’inclusione e dell’accessibilità.

 

In futuro pensi che sia possibile approcciarvi ad altri social in modo accessibile oltre a Facebook? Se sì, hai già in mente quali potrebbero essere gli accorgimenti per tenere conto dell’accessibilità audiovisiva? 

 

Senza dubbio approderemo su Twitter con un account direttamente legato a Rai Accessibilità e poi Instagram e Tik Tok rappresentano la prossima sfida che vorremmo intraprendere. Probabilmente lo faremo a breve. Entrambi questi social nascono concependo la parte visiva come fondamentale, per cui la vera scommessa sarà capire se la nostra presenza riuscirà ad intercettare anche il pubblico delle persone con disabilità visive. Certamente il nostro approccio continuerà ad essere quello di pubblicare contenuti accessibili a tutti, quindi dotando i video di audiodescrizione/sottotitoli/LIS quando necessario, inserendo per le immagini un testo alternativo che non sia automaticamente generato ma frutto di una competenza descrittiva umana, continuando a prediligere la qualità della comunicazione rispetto a una produzione “mordi e fuggi” dei contenuti che mal si sposa con l’esigenza di dover concepire, produrre e finalizzare multimedia completamente accessibili.

 

Ringraziamo Rosa per la sua disponibilità e ci auguriamo di vedere più presente l’utilizzo dei social improntato all’accessibilità dei contenuti proposti.