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L’Italia scommette sull’idrogeno verde: una rivoluzione energetica in corso

In un panorama energetico globale in rapida evoluzione, anche l’Italia si sta posizionando come un attore chiave nella corsa all’idrogeno verde – una fonte di energia pulita che promette di rivoluzionare diversi settori industriali e contribuire significativamente alla decarbonizzazione. Con investimenti mirati, progetti innovativi e una crescente consapevolezza del potenziale di questa tecnologia, il nostro Paese sta gettando le basi per un futuro energetico più sostenibile.

La strategia nazionale e gli investimenti

L’Italia ha elaborato una strategia ambiziosa per lo sviluppo dell’idrogeno verde, puntando a produrre 700.000 tonnellate di H2 entro il 2030, installare 5 GW di elettrolizzatori e generare 10 miliardi di investimenti. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato 3,64 miliardi di euro per l’intera filiera dell’idrogeno rinnovabile, a cui si aggiungono i progetti IPCEI e la mission Innovation Clean Hydrogen.

Uno degli elementi chiave di questa strategia è la creazione delle cosiddette “Hydrogen Valleys“, veri e propri hub per la produzione di idrogeno verde. Attualmente, sono stati finanziati 52 progetti su tutto il territorio nazionale, da completare entro il 31 dicembre 2026, con un investimento totale che sfiora i 600 milioni di euro. Il 50% dei fondi è destinato al Mezzogiorno, dove si concentrano 28 dei 52 progetti.

Impatto economico

La distribuzione degli investimenti riflette un impegno significativo verso lo sviluppo equilibrato del settore in tutto il Paese. Il Mezzogiorno riceve la fetta più consistente, con 225 milioni di euro, seguito dal Nord con 162,5 milioni e dal Centro con 62,5 milioni. Le regioni che hanno ottenuto i finanziamenti più cospicui sono Campania, Puglia e Sicilia, ciascuna con 40 milioni di euro, seguite da Lombardia e Trentino-Alto Adige.

Questi investimenti non solo mirano a ridurre le emissioni di CO2, ma promettono anche di creare nuovi posti di lavoro – molti dei quali ad alta specializzazione – stimolando l’economia locale e posizionando l’Italia come leader nella produzione e nell’utilizzo dell’idrogeno verde.

Sfide e opportunità

Nonostante i progressi, restano diverse sfide da affrontare. Cristina Maggi, direttrice di H2IT, l’associazione italiana per l’idrogeno, sottolinea la necessità di recepire le direttive europee, integrare l’idrogeno nelle strategie nazionali di sviluppo e fornire supporto alle aziende per concretizzare i progetti e sviluppare competenze.

L’industria italiana sta già dimostrando la sua capacità di innovazione in questo settore. Un esempio significativo è il treno a idrogeno sviluppato da Alstom, gruppo industriale che opera nel settore della costruzione di treni e infrastrutture ferroviarie, che entrerà in servizio in Valcamonica, nell’ambito del progetto H2iseO. Questo progetto non solo sostituirà i treni diesel su una linea non elettrificata, ma contribuirà anche a creare una Hydrogen Valley nella regione.

Il primo impianto italiano di idrogeno verde

Un passo concreto verso la realizzazione di questa visione dell’Italia come pioniera dell’idrogeno è rappresentato dall’apertura del primo impianto italiano di idrogeno verde a Pizzighettone, in provincia di Cremona. Realizzato dalla startup H2 Energy, questo impianto, più piccolo di un autoarticolato, è uno dei rari esempi al mondo di soluzioni industrializzabili per la produzione di idrogeno verde, con una capacità di produzione di circa 18 kg di idrogeno l’ora.

L’impianto, che occupa uno spazio relativamente contenuto, utilizza la tecnologia PEM (Polymer Electrolyte Membrane), ovvero con membrana a scambio protonico, e rappresenta un importante banco di prova per lo sviluppo futuro del settore. Come sottolinea Claudio Mascialino, co-fondatore di H2 Energy, “un impianto da 1 megawatt oggi è una palestra per i 200 megawatt di domani”.

Una delle principali difficoltà per l’utilizzo su scala industriale di questa fonte di energia pulita, infatti, sono i costi di produzione ancora troppo alti. Lo sviluppo di nuove soluzioni per l’ottenimento di idrogeno da fonti sostenibili è quindi fondamentale per il futuro di questa energia verde, così promettente per l’obiettivo della decarbonizzazione e della lotta al riscaldamento globale.

Ricerca e sviluppo

Nel nostro paese il settore della ricerca gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dell’idrogeno verde. ENEA, l’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, sta esplorando nuove frontiere in questo ambito: in particolare, indaga l’impiego dell’idrogeno come carburante alternativo per la mobilità sostenibile, ma anche come fonte di energia nei settori cosiddetti “hard-to-abate” (difficili da decarbonizzare) quali cementifici, acciaierie, cartiere, vetrerie, imprese siderurgiche e chimiche – industrie da cui arriva più o meno il 20% delle emissioni globali.

Parallelamente, si stanno studiando percorsi alternativi per la produzione di idrogeno rinnovabile, come ad esempio l’utilizzo di biomasse. Franco Cotana, amministratore delegato di RSE (Ricerca sul Sistema Energetico S.p.A.), evidenzia le potenzialità di questo filone, che può contare su diverse materie prime, dagli scarti agricoli alle colture marginali.

Abbiamo parlato dei vari metodi collaudati – più o meno “green” – per produrre l’idrogeno in questo articolo, che vi consigliamo di leggere per approfondire l’argomento e capire la differenza tra idrogeno verde, blu e grigio.

Prospettive future

Le previsioni per il futuro dell’idrogeno verde sono, insomma, promettenti. Deloitte – una delle Big Four, ossia delle quattro società di revisione contabile che si spartiscono il mercato mondiale – prevede che il mercato emergente dell’idrogeno verde ridisegnerà la mappa globale dell’energia e delle risorse già nel 2030, creando un Mercato da 1400 miliardi di dollari all’anno entro il 2050.

L’Italia, con la sua presenza industriale in tutti gli aspetti della filiera dell’idrogeno e le sue competenze di ricerca, è ben posizionata per giocare un ruolo di primo piano in questa rivoluzione energetica. Tuttavia, come sottolineano gli esperti, è fondamentale accelerare l’implementazione delle strategie, sostenere l’innovazione e creare un quadro normativo chiaro per sfruttare appieno il potenziale di questa tecnologia.

In conclusione, l’idrogeno verde rappresenta per l’Italia una straordinaria opportunità di guidare la transizione energetica, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione e creando al contempo nuove opportunità economiche. La sfida ora è trasformare questa visione in realtà, attraverso un impegno continuo e collaborativo tra istituzioni, industria e ricerca.

 

Fonti:

https://www.wired.it/article/idrogeno-verde-h2-energy-primo-impianto-italia/

https://www.infobuildenergia.it/approfondimenti/idrogeno-verde-in-italia/

https://www.ilsole24ore.com/art/il-governo-punta-52-valli-dell-idrogeno-italia-ecco-cosa-sono-e-dove-si-trovano-AFbzvhtC?refresh_ce&nof

https://modofluido.hydac.it/idrogeno-italia

https://www.qualenergia.it/articoli/decarbonizzare-settori-hard-to-abate-concorso-molte-tecnologie/#:~:text=Si%20chiamano%20settori%20hard%20to,dall’altro%20%C3%A8%20anche%20difficile%2C

https://ibicocca.unimib.it/the-africa-green-hydrogen-alliance-investire-sullenergia-pulita/