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Se durante una corsetta all’aperto vi è capitato qualche volta di raccogliere dei rifiuti abbandonati lungo la strada, sappiate che, oltre ad aver compiuto una buona azione per l’ambiente, vi siete cimentati nel Plogging, una disciplina sportiva che consiste nel raccogliere i rifiuti mentre si corre.

Presente in Italia già da alcuni anni, nel 2015 si è svolta la prima edizione della Keep Clean and Run, la maratona sportivo-ambientale di sensibilizzazione al littering, l’abbandono di rifiuti di piccole dimensioni in spazi aperti e pubblici. Tuttavia, è nel 2016 che l’atleta svedese Erik Ahlström coniò il neologismo Plogging, formato dalla crasi tra la parola inglese jogging (correre) e il termine svedese plocka upp (raccogliere); il corridore scandinavo, infatti, stanco dei rifiuti presenti sul suo percorso d’allenamento, decise di ripulire il tragitto mentre si allenava, documentando la sua attività sui social network.

Da quel momento la disciplina si è diffusa a livello internazionale, venendo praticata sia in forma individuale che riunendosi in gruppi e associazioni per l’organizzazione di manifestazioni ed eventi sportivi locali, dove integrare i benefici psico-fisici derivanti dal praticare sport con l’obiettivo di fare qualcosa di utile per l’ambiente e per l’intera collettività, ripulendo strade, parchi, sentieri di montagna, fiumi e tutti i luoghi e gli spazi dove si vive e ci si allena.

Ogni anno vengono organizzati eventi locali, ma anche internazionali, come il World Plogging Championship, il primo campionato del Mondo, organizzato dal Comitato Internazionale di Plogging, che si è tenuto lo scorso ottobre in Val Pellice sulle Alpi torinesi; un territorio, quello torinese, scelto per ospitare anche la seconda edizione, in programma sempre in autunno dal 30 settembre al 2 ottobre prossimi, quando nelle Valli Olimpiche un centinaio di atleti si sfideranno per raccogliere il maggior numero di rifiuti trovati lungo il percorso di gara.

L’attività e le iniziative sportive, quindi, sono sempre più utilizzate per comunicare e sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e alla lotta all’inquinamento come testimoniato anche dalla stipula nel 2019 della “Carta Internazionale per gli eventi sportivi sostenibili”, un vero e proprio impegno a realizzare e promuovere manifestazioni sportive meno impattanti e più rispettose per la natura. Sono, poi, aumentati anche gli atleti professionisti, tra gli altri la sciatrice olimpionica Federica Brignone o il calciatore norvegese Morten Thorsby, che tramite le loro azioni e iniziative si uniscono a quanti nella società si battono contro l’inquinamento, stimolando sempre più persone ad adottare scelte e comportamenti eco-sostenibili e rispettosi per l’ambiente.