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Lo scorso Dicembre 2021 il Washington post pubblica la notizia secondo cui Amazon, la più grande Internet Company del Mondo, avrebbe finanziato economicamente gruppi No-Vax.

Per chi non lo sapesse, questa azienda possiede il primo e maggiore Internet market place del mondo. Come?

 

Tramite il programma “Amazon Smile”, lanciato dal fondatore dell’azienda Jeff Bezos, che concede la possibilità agli acquirenti che effettuano gli ordini online sulla piattaforma, di donare lo 0,5% della loro spesa ad alcune organizzazioni No-profit, affiliate a questa iniziativa.

La procedura con cui si fa questa operazione è la medesima di un login tradizionale, l’unica differenza consiste nel portale di accesso, che è smile.amazon e non amazon.com; dopo aver scelto l’ente a cui donare ed effettuato l’acquisto, è Amazon ad effettuare in automatico la donazione.

Gli enti fra cui poter scegliere e a cui devolvere le donazioni sono più di un milione, “Heifer international”, “Austin pets alive” e molte altre, che vanno dall’occuparsi di animali abbandonati ad altre cause umanitarie come l’aiuto ai bambini in difficoltà.

In questo lungo elenco sono emersi anche nomi sospetti, come il “National Vaccine Information Center”, centro fondato nel 1982, diventato famoso per le sue campagne di disinformazione e fake news relative a malattie che alcuni bambini avrebbero contratto in seguito somministrazioni di vaccini (ad esempio quando collegarono il vaccino della pertosse a casi di autismo, anche dove non vi era nessun legame patologico o scientifico).

I soldi donati a queste organizzazioni, che si aggirerebbero fra i 40 e 60 mila dollari (cifre contenute) andrebbero ad arricchire il portafoglio di attività e siti produttori di fake information.

È importante sottolineare il fatto che sulla piattaforma Amazon sono presenti libri che incitano alla cultura No-Vax / No-Green Pass e altro merchandising simile, acquistabile dai più giovani (facilmente influenzabili).

 

La linea sottile fra beneficienza e greenwashing

 

Amazon Smile nasce nel 2013 per volontà di Jeff Bezos, con l’intento di unire lo shopping alla donazione e dare una svolta “verde” e sostenibile all’azienda, pur continuando ad essere la rappresentazione vivente di una società sempre più consumistica.

È davvero etico tutto questo?  Se ripensiamo agli infiniti scandali legati alle condizioni di lavoro massacranti a cui sono sottoposti i dipendenti di qualsiasi logistica Amazon del mondo, costretti a turni e orari di lavoro prolungati soprattutto durante i periodi di Natale o altre festività.

È lecito chiedersi se dietro al progetto Amazon Smile non vi sia solo l’ennesimo tentativo dell’azienda di “ripulire” l’immagine che di morale ha ben poco.

 

 

La risposta che “non risponde”

 

Da quanto riportato da più quotidiani, gli uffici legali e di pubbliche relazioni della multinazionale, hanno risposto confermando l’impegno di Amazon nella diffusione di intense campagne vaccinali interne, rivolte ai dipendenti; per quanto riguarda gli altri interrogativi l’azienda ha preferito astenersi dal prendere posizione contro gruppi No- Vax o altre frange estremiste.

Questa risposta non ha sicuramente reso meno fumosa la questione o i dubbi di molti consumatori, stanchi di sentirsi ingannati.

Inoltre, l’altra domanda che sorge spontanea è: perché in Italia non è ancora presente questa iniziativa?

 

I quesiti rimangono

 

I reali motivi di questo supporto rimangono ancora un’incognita.

Potremmo ipotizzare che siano legati ad una strategia di visibilità e fidelizzazione di alcuni gruppi numerosi, ad esempio le community No- VaX negli USA.

Sono tutte domande alla quale solo i diretti interessati possono rispondere, anche se sappiamo che per diplomazia, le grandi multinazionali evitano di parlare pubblicamente di argomenti scomodi o di mettersi in situazioni scomode che potrebbero compromettere la loro immagine e di conseguenza le vendite.

Dietro a questi comportamenti si cela della strategia di Marketing o la voglia di lasciare libertà di espressione a tutti, essendo Amazon l’immagine di una Nazione democratica e libera come l’America?

Ancora, Governi dovrebbero intervenire punendo e chiedendo maggior sensibilità da parte di questi colossi dell’industria, su certi temi?