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Sebbene le nuove tecnologie digitali portino benefici concreti e visibili in moltissimi ambiti, non sempre è facile implementarle: è il caso delle città italiane, di cui si è discusso durante il Web Marketing Festival, che si è tenuto a Rimini tra il 16 e 18 giugno. Durante i panel abbiamo ascoltato l’esperienza diretta di sindaci e tecnici provenienti da contesti urbani molto differenti, ma uniti nella ricerca di strategie per far diventare pervasive e fruibili da tutti le soluzioni digitali nelle città.

Perché è difficile portare l’innovazione digitale nelle città italiane?

I problemi che sono stati posti sono ancora privi di una soluzione definitiva, perché spesso sono connaturati alla struttura della tipica città italiana: nel suo intervento Maurizio Carta (potete leggere la sua intervista qui), architetto e urbanista, l’ha definita “novecentesca”. Se da una parte il patrimonio culturale e artistico italiano è intrinsecamente legato ai centri urbani e c’è accordo nell’intento di preservarlo e valorizzarlo, dall’altra è difficile, in un contesto simile, rivoluzionare l’infrastruttura di una città per farla diventare davvero smart. Si rischia perciò di limitare le innovazioni possibili a “protesi digitali” sul corpo di una città che non diventa digitale a sua volta.

Inoltre bisogna creare l’infrastruttura necessaria per organizzare, interpretare e sfruttare al meglio i dati. Per questo è fondamentale che le grandi città, che hanno già visto avviare progetti di digitalizzazione, guidino i piccoli comuni nel percorso dell’innovazione. Un esempio in questa direzione è stato portato da Massimo Bugani, assessore all’agenda digitale di Bologna: l’inaugurazione annunciata di un nuovo percorso formativo I.T.S. (cioè di istruzione tecnica superiore) sulla cyber-sicurezza ha portato alla nascita di progetti pilota anche nei comuni dell’area metropolitana di Bologna.

Gemelli digitali delle città: che cosa sono e perché ne abbiamo bisogno?

Come si utilizzano grandi quantità di dati per migliorare le città? Immaginate di poter conoscere preventivamente come la realizzazione di un nuovo complesso avrà effetti sulla città (anche a livello di sostenibilità ambientale) o quali danni potrebbero verificarsi in un cantiere: questo è possibile grazie a un gemello digitale, cioè una “rappresentazione virtuale di un’entità fisica o di un sistema anche complesso”. Si tratta di un modello che può esistere e rappresentare in modo sempre aggiornato la realtà grazie alla raccolta e all’elaborazione costante dei dati provenienti dal sistema che bisogna riprodurre (nel caso delle città, da un cantiere, dalla rete stradale etc.). Grazie ai dati è possibile, con simulazioni condotte dal e sul gemello digitale stesso, predire futuri danni e così progettare interventi di manutenzione preventiva, oppure rimodulare un intervento sulla città in base alle nuove informazioni ottenute. Tutto questo non sarà però possibile se non sarà garantita l’installazione diffusa di sensori che registrino continuamente tutte le informazioni necessarie a conoscere lo stato della città e la presenza, all’interno delle amministrazioni comunali, di tecnici specializzati nel trattamento dei dati.

È possibile un “Rinascimento” per i borghi italiani?

Come è possibile valorizzare anche i centri urbani che non hanno una vocazione per la digitalizzazione paragonabile a quella delle metropoli, come i borghi? Concentrare tutti gli sforzi sul turismo tradizionale non è più sufficiente: è necessario digitalizzare i servizi culturali e turistici rivolti ai viaggiatori e fare sì che questi servizi siano connessi e condivisi tra borghi vicini, così che la possibilità di visitare territori collegati sia agevolata e incoraggiata. Ma ancora non basta: durante il Web Marketing Festival è stato proposto e discusso il tema dei borghi come meta per i nomadi digitali, cioè professionisti “che svolgono un’attività lavorativa altamente qualificata attraverso l’utilizzo di strumenti che consentono di lavorare da remoto”.

Rispetto alle grandi metropoli, i borghi potrebbero diventare il posto ideale per il loro benessere fisico e mentale, e a loro volta i nomadi digitali potrebbero portare innovazione sul territorio. È necessario però che l’infrastruttura digitale dei borghi si adegui alle loro necessità lavorative, per esempio tramite la connessione ultraveloce.

Uno dei concetti fondamentali emersi dalla riflessione sulle città al Web Marketing Festival è la specificità di ogni contesto urbano: solo adattando le soluzioni che la digitalizzazione offre caso per caso è possibile portare un’innovazione che sia utile per tutti.