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Quando si parla di inquinamento e riscaldamento globale tendiamo a considerare, soprattutto, gli effetti che i mezzi di trasporti e le industrie hanno su di essi, dimenticando, invece, quelli che sono gli impatti sul pianeta causati dalle nostre attività online.

Il digitale, ormai parte integrante della quotidianità privata e lavorativa di ognuno, se da un lato ha contribuito al progresso odierno e a superare alcuni disagi, per esempio durante la pandemia, dall’altro ha comunque avuto importanti ripercussioni sui consumi, in particolare quelli di energia elettrica. L’elettricità, infatti, è una risorsa necessaria per la produzione di dispositivi tecnologici e il funzionamento dei server e, al tempo stesso, utile a data center e cloud per acquisire, elaborare e immagazzinare dati, così come per permettere alla rete di arrivare in tutto il pianeta. Tuttavia, se non prodotta da fonti rinnovabili, questa è causa di ingenti emissioni di Co2 nell’atmosfera. Dunque, possiamo parlare, in questo caso, di inquinamento digitale, ossia la diffusione di anidride carbonica derivante dalla produzione, lo smaltimento e l’utilizzo di componenti del settore dell’informazione e della comunicazione tecnologica.

Gli studi e le ricerche condotte finora, pur non essendo ancora così numerose e presentando, talvolta, dati e misurazioni in contrasto tra loro (si pensi al 4% di emissioni prodotte dal digitale dichiarato dallo studio francese The Shift Project, in netta differenza con i valori stimati tra l’1,8 e il 2,8% apparsi all’interno di un articolo della rivista scientifica The Patterns), hanno comunque messo in evidenza come il fenomeno dell’inquinamento digitale sia destinato ad aumentare e che, qualora si considerasse Internet come uno stato nazionale, questi sarebbe tra i paesi più inquinanti del mondo.

I grandi colossi dell’informatica hanno già dichiarato di investire e promuovere iniziative volte a efficientare e rendere sempre più green la loro produzione di energia elettrica. Per creare una maggiore consapevolezza sul tema anche a livello individuale sono stati realizzati alcuni strumenti utili, come la demo gratuita Karma Metrix, ideata dalla società di digital marketing AvantGrade, utile per consentire all’utente di misurare la quantità di Co2 prodotta dai siti web. Inoltre, alcuni enti come la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ed Enel hanno anche stilato dei decaloghi di sostenibilità digitale, un insieme di regole (pulizia delle mail, come utilizzare i dispositivi a fine vita, uso consapevole delle pagine web, ecc.) che i singoli utenti potrebbero rispettare per rendere la propria vita digitale il più sostenibile possibile.