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Quando si sente parlare di “manga” è logico pensare subito al Giappone, essendone la terra natia. Tuttavia, da diverso tempo, sta emergendo una “variante” europea del classico formato giapponese che sta riscuotendo un buon successo nel nostro Paese proponendosi anche in formato di rivista. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Francato di Mangasenpai.

 

Ciao, Fabrizio! Per iniziare, potresti spiegare ai nostri lettori di cosa ti occupi e cos’è Mangasenpai?

Mangasenpai è una casa editrice che si occupa principalmente di manga europeo, anche se nel nostro catalogo abbiamo anche manga di origine giapponese. Io mi occupo di gestire a tutti i livelli questa “creatura” che di giorno in giorno cresce sempre di più.

 

Pensi che le opere “nostrane” abbiano il potenziale per farsi apprezzare anche in Giappone?

Non lo so, onestamente. Credo che ci siano autori davvero bravi, ma sono più che certo che, al di là di un loro possibile futuro successo in Giappone, se ben guidati possono anche ottenere qui nel vecchio continente il giusto riconoscimento di pubblico. Le cose stanno cambiando e, anche grazie alle riviste di manga, un pubblico sempre più ampio sta apprezzando i mangaka europei.

Da qualche mese è iniziata la serializzazione di SenpaiPlus, la vostra rivista-contenitore dedicata al manga europeo, potresti parlarci di più di questo progetto? Da dove nasce l’idea e quali credi possa essere il suo futuro?

L’idea nasce dalla necessità di svecchiare il paradigma secondo cui “i manga sono pubblicati in occidente in volumetti, quindi anche i mangaka europei che vogliono cimentarsi con questo linguaggio narrativo e tecnico devono fare un volume di almeno 200 pagine”. Un volume di quel numero di pagine, per un solo autore, corrisponde però al lavoro di un anno (quando va bene) e fin troppe volte ho visto autori in questi anni, anche molto validi, mollare per via della massa di lavoro necessaria a fronte di un mercato che rischia sempre di essere troppo piccolo o assorbente. SenpaiPlus nasce per invertire questo paradigma. Mi sono chiesto: “Può un contenitore di fumetti manga essere il punto di partenza di tutta la filiera? Potrebbe avere successo?” Beh, i numeri sembrano dirci di sì… Quindi da oggi i manga della Mangasenpai (e speriamo anche tutti i manga delle altre case editrici che operano nel settore) nascono su rivista, vengono votati e amati dal pubblico e, solo alla fine, raccolti in volumetto. In questo modo a comprarli saranno persone molto soddisfatte, curiosi, e il passaparola volerà alto. E se questo sistema sarà virtuoso non sarà più necessario, come lo è oggi, essere “famosi” o “conosciuti” su qualche social per vendere delle copie e garantirsi un compenso per il proprio lavoro… ma basterà (anche se non è semplice) essere stati bravi, aver raccontato bene e aver coinvolto il proprio pubblico tutti i mesi sul magazine! E tra le altre cose anche la qualità media dei volumetti pubblicati nel nostro paese sicuramente si alzerà. Io dico che bisogna diffidare da ciò che non ha prima vissuto su rivista, né è stato editato…

 

 

Invece, per quanto riguarda il processo creativo dietro SenpaiPlus, come avviene la selezione delle storie da pubblicare? Quanto saranno influenti i feedback dei lettori sulle future pubblicazioni?

La selezione delle storie è piuttosto complessa; infatti i criteri che usiamo non sono solo quelli della qualità tecnica. A volta ad un autore servono due o tre capitoli per rodare ed arrivare al livello necessario. Noi consideriamo il novero dei titoli al momento della richiesta: valutiamo sempre se una certa proposta sarebbe un doppione di un altro titolo, per esempio, o se una certa serie può essere adatta alla nostra tipologia di pubblico. I feedback sono fondamentali, come ho già detto l’intera macchina parte da lì. Stiamo cercando di costruire una filiera costruita sul consenso, sulla qualità, sul valore fumettistico delle serie e non più sulla popolarità degli autori. Può forse andare bene nel mondo del fumetto tradizionale, ma nel manga, dove l’asticella della qualità che arriva dall’oriente è sempre molto, molto alta, non possiamo permetterci scivoloni. Il Giappone corre, e l’Europa ha il dovere di stargli dietro. Essere accusati di “scimmiottare” non è mai bello… soprattutto quando chi lancia queste accuse in qualche specifico caso, un po’ di ragione ce l’ha.

 

CPer concludere e parlando più in generale, negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita enorme del mercato dei manga in Italia, a cosa credi sia dovuto il loro successo? Pensi che si tratti di una “bolla” o che sarà sempre più comune vedere dei manga in cima alle classifiche editoriali?

Stiamo vivendo una seconda età dell’oro che sicuramente, presto o tardi, si sgonfierà. Accadrà quando le 300/400.000 persone attratte dal colorato mondo degli anime durante la pandemia cresceranno, abbandonando questo universo. Proprio come accadde anche a me, che figlio della prima età dell’oro (comprai in edicola il primo numero di Zero della Granata Press) smisi dopo dieci anni di leggere manga. Se vi va, racconto questa storia nell’editoriale di Senpai Plus numero 4…