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Un approccio sostenibile nella produzione e nel consumo deve diventare un pilastro portante per la società moderna. Non esiste, infatti, futuro che non sia gentile con il Pianeta, con gli animali e le persone e la situazione attuale di siccità lo conferma. Tutti (singoli cittadini, imprese e governi) devono intraprendere azioni per raggiungere l’obiettivo comune di sviluppo sostenibile.

Piccoli segnali positivi arrivano dai consumatori: i dati raccolti dall’Osservatorio per la Coesione e l’Inclusione Sociale nell’indagine avviata nel 2018 sul consumo responsabile mostrano che più del 60% degli intervistati si dichiara consumatore responsabile; sui social cresce la sensibilità al tema e sugli scaffali l’offerta. Dall’altro lato, però, una ricerca condotta da Astarea nel 2020 mostra che 1 consumatore su 5 non è in grado di riconoscere il greenwashing (per approfondire il tema della comunicazione sostenibile e il fenomeno del greenwashing si rimanda a questo precedente articolo della nostra redazione).

Sempre più imprese, in accordo con la crescente domanda di mercato e con le direttive europee, si stanno muovendo verso una produzione responsabile, con una filiera controllata ed etica, secondo le linee dell’Agenda 2030. Le imprese che si approcciano alla sostenibilità devono compiere un percorso non necessariamente lineare e in cui sono diversi sia gli aspetti che si possono tenere in considerazione all’inizio sia gli strumenti che si possono usare.

Durante il Web Marketing Festival, noi di iWrite abbiamo assistito al talk di Walfredo della Gherardesca, CEO e co-founder di Genuine Way, una start up ticinese che attraverso la blockchain fornisce un mezzo alle imprese per certificare la propria filiera di produzione. Ma in che modo la blockchain può essere utile a un’impresa che intraprende un cammino verso la sostenibilità?

La blockchain è una raccolta di dati in blocchi, concatenati e decentralizzati, con la caratteristica unica di essere immutabili. Una volta inseriti dei dati all’interno della blockchain nessuno ha il potere unilaterale di modificarli, alterarli o rimuoverli. Queste sue caratteristiche la rendono sinonimo di trasparenza e responsabilità e può essere applicata a diversi ambiti. Per quanto riguarda la sostenibilità, la blockchain può essere utilizzata dalle imprese come ulteriore mezzo per certificare le proprie azioni positive, in modo da arrivare direttamente al consumatore, ad esempio con un QR code apposto sul prodotto stesso che, una volta scansionato, racconta la storia del prodotto stesso, dalle materie prime allo scaffale. Ovviamente mettere informazioni sulla blockchain non significa necessariamente garantire la veridicità delle informazioni ma fornisce trasparenza a lungo termine, rimanendo a disposizione come archivio. Genuine Way per evitare l’autoreferenza delle informazioni immesse si basa su operatori autenticati terzi, di cui un’impresa normalmente già si avvale: fornitori, fornitori dei fornitori, provider dell’energia elettrica e altri. Questo approccio si fonda sulla teoria della multiplication of accountability, per cui moltiplicare le responsabilità diminuisce la possibilità di fare greenwashing.

 

Il legame tra blockchain e sostenibilità è in evoluzione, sia per la blockchain stessa che è un sistema molto energivoro, sia per il legame con le realtà presenti. Questo è solo uno dei modi in cui blockchain e sostenibilità si fondono ma il loro rapporto è destinato a modificarsi con il radicarsi di questi due aspetti nella nostra società.