< Torna indietro
Ambiente, società e tecnologia

Golee, la soluzione per la trasformazione digitale del calcio: intervista a Felice Biancardi

Sul nostro magazine oggi vogliamo riportarvi l’intervista a Federico Biancardi, Presidente e Co-fouder di Golee, startup innovativa vincitrice già di diversi premi, tra i quali il Qatar Sportstech 2019 e la Startup Competition 2020 di Confindustria Giovani Nazionale, e il cui obiettivo consiste nell’accelerare la digital trasformation del mondo del calcio.

Felice, iniziamo con il delineare il contesto all’interno del quale agite: com’è composto, quali sono gli elementi che lo caratterizzano/contraddistinguono e quali sono le sue criticità?

“Noi oggi siamo verticali nel mondo del calcio. Bisogna considerare che il 95% delle società sportive non ha accesso a tecnologia per il loro lavoro quotidiano. Questo vuol dire che la maggior parte delle innovazioni sono per le società grosse della Serie A: hanno dai droni alle webcam che costano centinaia di euro a magari partner o fornitori come Microsoft o Oracle, quindi grandissimi brand. Per il resto del mercato c’è davvero poco e pochissime startup o aziende che occupano dei servizi che aiutano appunto queste società a digitalizzarsi e a strutturare meglio la loro operatività quotidiana. Abbiamo pertanto creato una piattaforma che digitalizza tutte le operazioni amministrative, quindi tutto quello che viene fatto in segreteria dalla mattina alla sera, le attività finanziarie (la gestione delle entrate e delle uscite, il bilancio prima nota, ricevute, fatture), operazioni marketing e la parte sportiva. Sportiva intende tutte quelle attività legate al campo che ad oggi vengono gestite, un po’ come tutto il resto, con carta e penna o al massimo su Excel.”

Quali sono stati gli effetti del Covid-19 su questo settore?

Come si è visto quest’anno la maggior parte del mondo dello sport si è fermata, a parte la Serie A che comunque ha subito grossi danni. Le società sportive, senza più introiti, in tantissime sono fallite e altre semplicemente non possono lavorare. Ci sono ragazzi che non giocano a calcio da febbraio dell’anno scorso. Il settore è stato completamente stravolto e ammazzato dal virus, in attesa di riprendersi, come un po’ tutte le società sportive di qualunque tipologia di sport. A parte alcuni sport individuali, per brevi periodi, è stata veramente una mazzata.

Cosa vi differenzia rispetto ad altri soggetti operanti nel settore?

La maggior parte delle realtà offre servizi diversi, non tanto alle associazioni sportive quanto ai grandi club di Serie A, della Premier o della Liga. Nel nostro mondo, il famoso 95% di tutte le società, ci sono pochissime realtà che offrono servizi digitali e spesso sono molto verticali in specifiche attività. Noi invece integriamo in un’unica piattaforma un gestionale amministrativo, sportivo e finanziario, siti web automatizzati, e-commerce pronti all’uso, applicazioni per allenatori e per atleti. Il vantaggio, ovviamente, è che riusciamo ad avere economie di scala abbastanza elevate, più rapidi nell’acquisizione del cliente ed un pubblico più ampio di clienti. Inoltre, la società sportiva si trova più a suo agio con un unico fornitore, che garantisce un servizio qualitativamente più alto e servizi integrati tra loro. È un approccio alla Microsoft, diciamo.”

Quante società sportive avete raggiunto fino ad ora?

Da settembre 2018, momento in cui abbiamo lanciato la piattaforma a livello commerciale, abbiamo raggiunto 1400 società sportive, che vuol dire il 10% del mercato calcistico italiano, di cui l’85% l’abbiamo ottenuto durante il Covid. L’impennata in questa fase è data fondamentalmente dal fatto che abilitiamo le società sportive a poter lavorare da remoto. Di solito sono abituati a fare tutto quanto con carta e penna o utilizzando Excel, poi da un giorno all’altro si ritrovano a dover stare a casa. Come fanno a lavorare? Noi eliminiamo completamente i passaggi cartacei per le loro attività e gli diamo la possibilità di comunicare con tesserati, genitori e tifosi.”

Qual è la vostra strategia di comunicazione?

“Abbiamo diversi canali. Il primo canale di comunicazione è sicuramente la Federazione. Abbiamo delle partnership esclusive con federazioni della FIGC locali. Li sponsorizziamo, gli diamo gli strumenti per comunicare con le società sportive e tutte le società sportive in una determinata zona geografica che hanno Golee possono interagire e scambiare documenti con la propria federazione. Questo è il modo per noi per avere tanta pubblicità e per far sì che addirittura le federazioni usino il nostro programma. Inoltre, facciamo molta pubblicità online. Il marketing online è un qualcosa che pensavamo che in questo mondo all’inizio non avesse tanto spazio. In verità dall’ultimo anno, grazie al Covid, tutti quanti hanno imparato ad utilizzare un computer. Sembra assurdo ma è così: molti non usavano o non sapevano neanche cosa fosse Zoom invece adesso tutti quanti, presidenti e società, sanno usarlo. Il marketing online va molto bene e a costi bassissimi riusciamo a fare una bella penetrazione di mercato, con un boarding medio di almeno 25 società al mese soltanto dal marketing online che comunque abbiamo sperimentato da poco e abbiamo iniziato e stiamo perfezionando.

Il terzo canale di comunicazione è rappresentato dalle collaborazioni con terze parti, come Tuttocampo, Calciatori Brutti o altri partner o giornali locali con i quali facciamo del marketing più social o geo-localizzato, in maniera diversa in base anche ai prodotti che abbiamo.”

Quali difficoltà e/o resistenze avete riscontrato e state riscontrando durante il vostro percorso?

“In termini di difficoltà, bisogna considerare il fatto che il mondo dello sport è molto arretrato e costituito da volontari. Persone che non sono abituate a lavorare in maniera professionale e quindi i nostri strumenti inizialmente possono non essere capiti. Bisogna spiegarlo con un attimo di pazienza, poi quando lo capiscono sono entusiasti.  È come mio padre che fino a qualche anno fa mi diceva: “Felice, ma tanto è inutile, io l’iphone non lo utilizzerò mai, il telefono lo uso solo per le chiamate” invece oggi mio padre usa l’iphone più di me. Diciamo pertanto che la prima barriera è data dal non sapere che ci sono strumenti digitali, come dovrebbero essere utilizzati o quali sono i benefici.

Il 30 Novembre 2020 avete lanciato una campagna di crowdfunding su Backtowork: come investirete le risorse raccolte?

“La campagna l’abbiamo chiusa prima di Natale, in 20 giorni. In verità questa è soltanto una parte dei soldi che vogliamo raccogliere, però ci ha fatto tantissima pubblicità che ci serviva anche per una questione di marketing. Le risorse raccolte saranno spese soprattutto nel 2021 per due obiettivi. Uno è sicuramente il consolidamento del team, in quanto abbiamo bisogno di una batteria di programmatori più ampia e abbiamo bisogno di maggior budget per venditori. Conseguente anche al prendere nuovi programmatori sarà sicuramente il prodotto. Dobbiamo sviluppare delle parti del prodotto che sono molto avanzate, come i sistemi di pagamento: consentire a tutte le nostre associazioni sportive di far pagare i loro tesserati non più con bonifici o in cash, ma dando a tutti la possibilità di pagare con la carta di credito, tramite addebito diretto, pagamento a rate, farli pagare in maniera semestrale.

L’integrazione di marketplace, quindi il poter agire da distributori per le nostre società e vendere digitalmente centinaia di prodotti che acquistano loro tutti gli anni: palloni, conetti, porte, gli strumenti per i portieri, guantoni, sacche sportive. Agendo da distributore, riusciamo ad avere un rapporto qualità prezzo migliore.

In merito invece al futuro, quali sono le vostre prospettive a livello nazionale ed internazionale? State anche pensando di esplorare altri sport?

“A livello nazionale, entro fine 2021, vogliamo arrivare ad almeno 5 mila società sportive. Questo ci permetterà di essere, a livello di numeri, il più grande in Europa nel nostro settore. Come prospettive europee, quest’anno sarà la conquista dell’Italia e verso fine 2021 inizieremo a redigere delle strategie di internazionalizzazione che andranno intorno al mercato spagnolo, portoghese e francese. Ad oggi abbiamo iniziato dal calcio perché, in termini di numeri, è più grosso di tutti gli altri sport messi insieme. L’effort che abbiamo per entrare nel mondo del calcio è sì paragonabile agli altri sport però, come detto, ci porta molti più numeri e pertanto, anche per una questione di dispersione delle energie, siamo focalizzati su questa verticale.

Questo non vuol dire che non apriremo ad altri sport. La nostra piattaforma in verità già è pensata e ha già funzionalità multisport. Non lo stiamo spingendo perché non ci conviene, in termini di costi-benefici, però lo faremo sicuramente a breve, non so se quest’anno o l’anno prossimo.”

< Torna indietro
Economia, StartUp e Fintech

Pagopa, app io e operazione cashback: la digitalizzazione della pubblica amministrazione

Da quasi un anno a questa parte il Covid-19 ha messo in seria difficoltà i motori dello stato italiano, portando alla luce i complessi e vetusti meccanismi che sono alla base del nostro sistema sociale, sanitario ed economico. In primo luogo la lentezza e complessità della macchina burocratica ha reso ancora più ardua la gestione della pandemia e la guida di un paese con cui è difficile comunicare a causa della scarsa digitalizzazione.

Il nostro paese è da anni caratterizzato da una inclinazione negativa al cambiamento digitale, considerato un elemento “estraneo” e difficilmente inseribile nel sistema produttivo e organizzativo statale. Da qualche anno a questa parte il Governo sta mettendo in atto manovre e riforme per permettere ai sistemi digitali di affiancarsi a quelli già presenti nelle macchine statali.

Nel 2019 abbiamo assistito alla nascita di pagoPA, società nata in seguito al Decreto Legge “Semplificazioni”. La piattaforma PagoPA ha aperto la strada alla fruizione dei servizi statali online, portando così ad una prima semplificazione e digitalizzazione dei sistemi della pubblica amministrazione.

Nel mese di aprile 2020 è stata poi creata dalla Agenzia delle Entrate l’App “IO” che propone diversi servizi online sulla scia della piattaforma “pagoPA” a cui questa è integrata. Entrambe le piattaforme rappresentano una finestra di comunicazione semplice e agevole tra il mondo della pubblica amministrazione e i cittadini che si registrano. Con l’applicazione “pagoPA” gli iscritti hanno modo di effettuare una serie di pagamenti tra cui multe, bolli e tributi che si possono concludere in modo sicuro e veloce tramite la nuova app “IO”.

Oltre agli avvisi di pagamento, l’App IO mette a disposizione tantissime prestazioni:

  • consente di ricevere messaggi da un ente;
  • essere costantemente al corrente di tutte le scadenze che sono ancora da effettuare;
  • conservare in modo digitale i propri dati personali.

Dal primo luglio al 31 dicembre 2020 è ad esempio possibile richiedere tramite l’app il Bonus Vacanze messo a disposizione dal Governo a seguito del “Decreto Rilancio”.

L’operazione Cashback rappresenta l’ultima e più innovativa novità dell’app “IO” resa accessibile dall’8 dicembre 2020. L’idea alla base dell’iniziativa è quella di incentivare i cittadini ad effettuare pagamenti cashless attraverso la restituzione di una percentuale di denaro speso. Il Governo propone così una strada alternativa per contrastare l’evasione fiscale nel nostro paese attraverso strumenti digitali e il coinvolgimento diretto e attivo degli iscritti: costoro vengono infatti “premiati” mediante la restituzione di una somma di denaro, se scelgono di pagare le loro spese con carte o applicazioni online al posto del denaro contante (ad esempio Satispay). Per usufruire di questo servizio gli acquisti devono essere effettuati in negozi fisici, non vengono considerate transazioni riguardanti le spese online. Una iniziativa certamente condivisibile e apprezzabile se mirata a salvaguardare l’identità di un negozio fisico, in un’epoca in cui l’e-commerce sta diventando lo strumento principale per fare acquisti a discapito delle PMI deI nostro paese.

Il Cashback è partito in due fasi

Il Cashback natalizio è in vigore dall’8 al 31 dicembre 2020 con lo scopo di incentivare le compere in vista delle festività natalizie. Per “sbloccare” il Cashback è necessario effettuare dieci transazioni. In questo modo ad ogni operazione, a partire dalla prima effettuata, sarà rimborsato un importo del 10% della spesa sostenuta fino a un massimo di 1500 euro e quindi una restituzione di massimo 150 euro.

Ci sarà poi una seconda fase del Cashback il 1gennaio 2021.

I rimborsi degli acquisti saranno semestrali per un massimo di 150 euro a semestre e un totale di 300 euro l’anno. È necessario che vengano effettuati almeno 50 pagamenti cashless a semestre. La restituzione avverrà alla scadenza del semestre tra i 30 e 60 giorni.

Per premiare i consumatori che effettuano il maggior numero di pagamenti cashless, è stato istituito anche un Super Cashback ovvero un cashback aggiuntivo sempre di durata semestrale a cui hanno diritto di partecipare i primi 100.000 registrati che hanno effettuato il maggior numero di transazioni nell’arco dei sei mesi.

Per il momento sono programmati 3 semestri in cui sarà possibile usufruire del servizio Cashback.

La piattaforma è in costante crescita ed evoluzione in un’ottica di ampliamento dei servizi al fine di rendere più snella la macchina burocratica del nostro paese.

L’app “IO” e il servizio Cashback ci mostrano un paese finalmente volenteroso nel voler perseguire una strada verso il mondo della digitalizzazione e della tecnologia in un’ottica di continua trasformazione ed evoluzione. Quale sarà ora il prossimo passo?

< Torna indietro
Ambiente, società e tecnologia

Piccola guida all’app Immuni

Dal 15 giugno è definitivamente disponibile l’app Immuni, lo strumento scelto dalle istituzioni italiane per gestire il contact tracing e contrastare così l’epidemia da COVID-19.

Scaricare l’app è semplice e gratuito: l’installazione dura pochi secondi e non richiede l’inserimento di dati personali.

L’utilizzo non è obbligatorio ma fortemente consigliato, anche se ad oggi non tutti i telefoni sono abilitati a scaricare l’app: l’applicazione funziona solamente su sistemi operativi Android 6 o Ios 13.5 e seguenti, perché opera grazie a un aggiornamento della tecnologia Bluetooth che Google e Apple hanno dovuto apportare per permettere proprio la tracciabilità “anonima”.

Il rischio è quindi che vengano tagliati fuori dalla possibilità di scaricare l’app e quindi di tracciare eventuali contagi le fasce della popolazione più basse, come anziani e indigenti, che generalmente non posseggono smartphone aggiornati.

Le strutture sanitarie, nel caso in cui un utente dovesse risultare positivo al Covid.19, inseriranno in un database il codice anonimo agganciato all’app; in questo modo, sarà Immuni a inviare una notifica agli altri utenti entrati in contatto nei 14 giorni precedenti con il soggetto risultato positivo.

Lo sviluppo dell’app Immuni

Il compito di sviluppare materialmente l’app è stato affidato alla società italiana Bending Spoons, in collaborazione con il Centro medico Sant’Agostino.

Per lo sviluppo, l’azienda milanese ha avuto due alternative: utilizzare un sistema decentralizzato (il quale permette al server di immagazzinare solo i codici anonimi dei device risultati positivi), come avviene in moltissimi paesi europei, oppure optare per un sistema centralizzato, che si differenzia da quello decentralizzato per la raccolta sul server centrale di codici identificativi non solo dei soggetti risultati positivi, ma anche dei loro contatti.

La scelta è ricaduta sul sistema decentralizzato, ritenuto più sicuro per la tutela della privacy degli utenti.

Privacy e gestione dei dati

Il Ministro dell’Innovazione tecnologica ha spiegato che Bending Spoons non gestirà i dati personali degli utenti né avrà alcun ruolo attivo nel processo di conservazione degli stessi, ma fornisce esclusivamente i codici sorgente: tutte le informazioni degli utenti saranno gestiti da un soggetto pubblico – il Ministero della Salute -, e raccolti da Sogei, società completamente controllata dal Ministero di Economia e Finanze.

I dati verranno trattati fino al 31 dicembre 2020, e gli utenti potranno chiederne la cancellazione anticipata in qualsiasi momento. Ancora non è certo però cosa accadrà se la situazione di emergenza dovesse perdurare oltre questa data.

L’obiettivo

Già nel primo giorno di lancio si sono raggiunti i 500.000 download: oggi sono circa 2 milioni i device tracciati da Immuni. Se il trend rimarrà questo, l’app sarà abbastanza diffusa da garantire una copertura sufficiente per contrastare l’epidemia.