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Ambiente, società e tecnologia

Macchine e persone nel giornalismo: conflitto o armonia? L’esempio del Washington Post

Il Washington Post è ritenuta una delle testate giornalistiche più innovative e al passo con i progressi nel settore ICT e del digitale, dove ingegneri e data analyst affiancano i reporter e i redattori.

Il quotidiano è stato tra i primi a ricorrere all’Intelligenza Artificiale in affiancamento al lavoro dei giornalisti, cosa che gli ha permesso di poter competere con il colosso New York Times. Inizialmente il potente strumento è stato impiegato per la scrittura di interi articoli e per titolarli, oggi invece viene impiegato anche sui social media dove modera i commenti e scrive tweet su Twitter: il reperimento di informazioni è infatti profondamente cambiato e sempre più persone soprattutto giovani utilizzano principalmente Instagram, Facebook e Twitter per rimanere aggiornati e informati.

I commenti sono un aspetto molto importante perché sono un modo per ricevere un riscontro direttamente dai lettori, e per i giornalisti i feedback sul loro operato sono estremamente importanti, tuttavia moderarli richiederebbe l’impiego di tante persone. È stata dunque progettata una macchina in grado di occuparsi di gran parte di questo lavoro, lasciando i commenti di più incerta comprensione alla gestione da parte delle risorse umane.

È possibile così delegare i compiti ripetitivi per dedicarsi all’elaborazione di contenuti di qualità, alle interviste, alle inchieste.

Il Direttore tecnico Data Science e AI al Washington Post Patrick Cullen ha detto in un’intervista, rilasciata per un corso sull’Intelligenza Artificiale nel marketing sulla piattaforma Coursera: “ E’ magnifico poter avere un sistema di pubblicazione contenuti automatizzato, Heliograph, che analizza in poco tempo dati sugli eventi sportivi oppure sulle elezioni politiche le cui notizie sono rilevanti solo se pubblicate molto in fretta, e vedere invece i giornalisti concentrarsi sull’analisi e l’approfondimento dell’evento appena terminato. Una delle cose più impressionanti di Heliograph, oltre ai risultati raggiunti, è stata la fiducia che ha costruito all’interno della nostra attività e con tutte le parti interessate. Molte persone pensano che le machine learning possano sostituire le persone, però è stato compreso che invece sono uno strumento che migliora le capacità dell’uomo.”

A che punto è l’Italia?

Il condirettore di Agi Agenzia giornalistica italiana Marco Pratellesi in un’intervista per Professione Reporter mostra un quadro della situazione italiana in seguito all’approdo dell’Intelligenza Artificiale nel settore: “Tra 5 anni al massimo tutte le aziende editoriali dovranno adattarsi al cambiamento per non restare ai margini. Oggi il mondo è pervaso di dati e l’analisi di tutti quelli necessari a un pezzo non può più essere svolta da un essere umano. Le più grandi testate giornalistiche impiegano l’AI da tempo e in molte di queste realtà il numero di giornalisti è aumentato. In Italia l’Ansa è stata la prima a impiegarla per trasformare i dati sul Coronavirus in grafici. I grandi giornali italiani però non stanno ancora dedicando risorse per la ricerca e sviluppo nel settore, invece oggi è più che mai necessario reinventare il giornalismo e l’AI è un aiutante che va sfruttato.”

La risposta di Bloomberg

John Micklethwait, caporedattore di Bloomberg News, in un evento su AI e giornalismo interviene a favore dell’Intelligenza Artificiale dichiarando: “Il problema non è mai Internet, ma piuttosto come le aziende rispondono a esso. Le abitudini delle persone sono cambiate repentinamente con la diffusione dei social media, e questo non può essere ignorato. Su Instagram le persone sono abituate a passare da una storia all’altra dedicando poco tempo a ognuna, il trend è il “faster and shorter” ovvero sono più efficienti tante brevi notizie che un lungo articolo di cui viene letto spesso solo il titolo. La personalizzazione delle notizie, resa possibile grazie alle nuove tecnologie di AI, si rivela uno strumento importante che permette ai lettori di trovare subito i contenuti di loro interesse senza dover perdere tempo a cercarli. Bloomberg per rimanere fedele alle nuove abitudini degli utenti imposte dai social come Instagram ha introdotto una nuova modalità di scorrimento delle notizie e un servizio (Bloomberg Daybreak) che invia agli abbonati una notizia da ascoltare al mattino secondo gli argomenti di interesse dell’utente.”

Il giornalismo è dovuto scontrarsi varie volte con i nuovi trend e la sopravvivenza delle testate deriva da un veloce adattamento cogliendo le potenzialità e accogliendo il cambiamento.

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Marketing & Social Media

AI e moderazione dei contenuti su Facebook

Il problema della disinformazione e della diffusione di contenuti violenti è una realtà contro la quale l’ecosistema dei social network si trova a fare i conti quotidianamente.

 

Spesso il solo intervento umano non è sufficiente, non solo in termini di quantità di notizie da analizzare, ma soprattutto in termini di salute. In tempi recenti il colosso di Zuckerberg ha accettato di stanziare un risarcimento di 52 milioni di dollari ai dipendenti incaricati della moderazione dei contenuti in seguito a numerose denunce da parte degli stessi, i quali hanno sviluppato un disturbo post-traumatico da stress dovuto all’entità del lavoro svolto.

 

Come se non bastasse, lo scoppiare della pandemia da COVID-19 ha portato con sé una crescita esponenziale di fake news e annunci fraudolenti. Rimuovere fonti di disinformazione è diventato ancora più importante per la tutela degli utenti, laddove la diffusione di pseudoscienze, incitamenti all’odio e alla violenza, teorie del complotto e truffe di ogni genere rappresentano un vero e proprio pericolo per la sicurezza dei cittadini.

Il social network, in collaborazione con oltre 60 organizzazioni internazionali di fact-checking, ha tentato di far fronte all’emergenza implementando le funzionalità e l’utilizzo dei sistemi di Intelligenza Artificiale, cercando al contempo di perfezionarne mano a mano l’operato.

 

A che punto siamo

La sfida è riuscire a segnalare correttamente quali siano le notizie autentiche e quali no.

Due fotografie completamente identiche sono facili da riconoscere per l’occhio umano, ma non per l’intelligenza artificiale: un metodo utilizzato per aggirare i controlli è quello di fare uno screenshot della notizia falsa oppure applicarvi un filtro che la distorca. L’AI, ragionando per pixel, fatica a distinguere queste piccole variazioni. È difficile anche qualora le due immagini siano praticamente identiche. Quando viene semplicemente modificata una lettera, il senso viene stravolto, ma l’algoritmo non se ne accorge.

SimSearchNet è il nome del software utilizzato da Facebook nella lotta contro le fake news. Si tratta di un sistema basato su una simil rete neurale, nato proprio per riconoscere i doppioni e i vari escamotage utilizzati per aggirare i controlli. Insomma, conosce bene il nemico.

Il sistema lavora in sinergia con il database delle segnalazioni per evitare falsi positivi e falsi negativi

Il sistema sembra funzionare. Se la notizia si rivela falsa, la sua diffusione viene limitata e la sua lettura ostacolata da un banner che segnala la sua poca attendibilità. Il 95% delle persone non la apre.

Facebook ha impiegato l’AI anche per monitorare la pubblicazione di annunci fraudolenti riguardanti mascherine, cure, kit per la diagnosi del COVID-19 e presunte cure.

Sarà questa la soluzione al diffondersi di notizie false online? Certamente, l’intelligenza artificiale potrebbe dare una grande mano.