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Ambiente, società e tecnologia

Avi Schiffmann, il genio che ha rifiutato 8 milioni di dollari

Quando si parla di genialità non c’è pandemia che tenga: le menti più brillanti sanno sempre trovare modi per sorprendere. Molto spesso, sono le idee più semplici a garantire funzionalità e successo: è quanto accaduto ad Avi Schiffmann, uno studente di 17 anni che vive in Mercer Island nello stato di Washington, nord Ovest degli Stati Uniti.

Durante la quarantena, Avi ha progettato insieme al suo amico Daniel Conlon un sito web, ncov2019.live: una dashboard in grado di raccogliere i dati riguardanti il COVID-19 da tre diverse fonti, tra cui la World Health Organization (WHO) e il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), classificandoli per continente, nazione e regione, facilitandone la comparazione perché visualizzabili su una mappa.

Un’idea semplice, efficace e molto attuale, che ha subito attirato l’attenzione del pubblico… e non solo. Il valore attuale di è di circa 8 milioni di dollari e dal giorno della sua pubblicazione ad ora ha già registrato circa 700 milioni di utenti unici. Il ragazzo ha rifiutato qualsiasi offerta di lavoro, anche da Microsoft, oltre a tutte le offerte d’acquisto, giustificandosi con una motivazione molto nobile: «Non sono uno speculatore, questo tipo di guadagni non mi interessano».

D’altronde, Schiffmann ha scelto di rendere il sito completamente ad-free, mantenendolo con piccole donazioni offerte dagli utenti, che possono letteralmente offrire un caffè cliccando sull’apposito bottone (che recita, appunto: “Buy Me A Coffee”).

Su Ncov2019.life è possibile consultare una mini “Wikipedia” sul Covid-19, con tutte le indicazioni di cos’è e come si manifesta il coronavirus, quali miti sono da sfatare, come capire se si è infetti e quali sono gli aggiornamenti sullo sviluppo di un vaccino. E se si vuole sapere qual è il proprio tasso di sopravvivenza, Schiffman ha addirittura programmato un calcolatore, che conoscendo l’età, sesso e particolari problemi di salute riesce a prevedere qual è la probabilità di morire di Covid-19.

Un lavoro di altissimo livello, insomma, che si è meritato l’attenzione della stampa.

In un suo tweet ha ringraziato tutti per il supporto e ha promesso che non aggiungerà mai sponsorship indesiderate, pop-up e pubblicità di ogni tipo, lasciando anche un augurio:

«Molti mi dicono che rimpiangerò questa decisione, ma ho altri piani per il futuro. Spero che strumenti come questo vengano creati direttamente dall’Organizzazione mondiale della Sanità. La responsabilità di creare questi ‘tool’ non dovrebbe essere nelle mani di un ragazzino a caso, ma delle persone che si occupano per lavoro di statistica».

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Ambiente, società e tecnologia

Lo Spazio: una nuova frontiera del business (e del turismo)

Lo scorso 30 maggio alle ore 15:22 (21:22 italiane) la capsula Crew Dragon, di proprietà dell’azienda SpaceX, è partita dalla storica rampa statunitense del Kennedy Space Center, in Florida, ed ha portato i due astronauti americani, Bob Behnken e Doug Hurley, sulla SSI (Stazione Spaziale Internazionale).

Così, a quasi un decennio dall’ultima missione dello Space Shuttle Atlantis (mandato in pensione nel 2011), grazie al “Commerical Crew Program” che ha selezionato aziende private a cui appaltare la costruzione dei suoi “mezzi spaziali”, la NASA è tornata a lanciare una missione dal proprio suolo natio, non essendo più costretta a pagare costosi “passaggi” sulle Sojuz dei rivali russi.

La missione Demo-2 è entrata nella storia quindi per essere il primo lancio di un vettore nello spazio effettuato da un privato con astronauti a bordo: un traguardo non solo per gli Stati Uniti, ma per il mondo intero, che anche la NASA ha sottolineato con un tweet eloquente: “History is made” (“Abbiamo fatto la storia).

Non è un caso che il primo a essere riuscito in quest’impresa così straordinaria sia stato il visionario CEO di SpeceX, Elon Musk, il quale da tempo aveva scelto di accettare questa sfida. Già nel settembre del 2016, durante l’International Astronautical Congress tenutosi in Messico, aveva dichiarato che l’umanità dovrà “diventare una specie multiplanetaria” per garantire la propria sopravvivenza nel lungo termine.

SpaceX però non è solo ricerca e filantropia. Musk ha proposto anche diversi ambiziosi progetti rivolti al grande pubblico (ma accessibili alle tasche di pochi): dall’organizzazione di tour spaziali intorno alla Luna (per i quali ha venduto i primi biglietti al miliardario giapponese Maezawa nel 2018), alla colonizzazione di Marte fino all’utilizzo dei razzi di SpaceX per spostarsi tra le città molto distanti sulla Terra in circa mezz’ora.

Progetti ambiziosi, che possono sembrare remoti: tuttavia, ad oggi, SpaceX ha già dato prova delle proprie capacità. Si è da tempo guadagnata il ruolo di “fattorino interplanetario” occupandosi di numerose consegne di satelliti e rifornimenti in orbita per la SSI ed altre aziende private; inoltre, è l’unica finora ad essere riuscita nell’intento di riportare sulla Terra le parti recuperabili dei propri razzi per poterle riutilizzare, con notevoli vantaggi in termini economici.

D’altro canto, l’ingresso di un privato nelle missioni spaziali significa anche cambiare completamente l’approccio alla cosa, come è stato evidente anche durante l’organizzazione di Demo-2, in cui nulla è stato lasciato al caso. Ne sono un esempio l’arrivo degli astronauti sul luogo del lancio a bordo di una Tesla (l’automobile elettrica prodotta dall’omonima azienda, sempre di proprietà di Musk), il design completamente modernizzato in perfetto stile futuristico sia dell’interno della navicella che delle tute indossate dai protagonisti del lancio (disegnate dal costumista holliwoodiano Jose Fernandez), oltre che il lancio (questo solo a scopo promozionale), due settimane prima della data della missione, del gioco online che simula l’attracco della Crew Dragon alla SSI.

A cogliere la portata mediatica di questo evento è stato anche il Presidente Donald Trump, che ha sfruttato l’occasione per mostrarsi in pubblico e provare a dare smalto alla propria immagine, colpita duramente per le proteste anti-razziste seguite all’omicidio di George Floyd.

Sottolineando i meriti della sua politica fortemente a favore delle missioni spaziali, Trump ha affermato “Non saremo secondi in niente”, dichiarando le intenzione degli US: mandare la prima donna sulla Luna e lo sbarco su Marte. Traguardi ambiziosi che probabilmente anche la Russia e la Cina vorranno fare propri. E chissà che a competere, questa volta, non ci sia anche una società per azioni.

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Economia, StartUp e Fintech

Il turismo in Italia nel post-Covid? Un settore da ricostruire

Durante l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo la salute ed il contenimento dei contagi rappresentano una priorità assoluta. Allo stesso tempo, inizia a diventare sempre più pressante l’allarme sulle conseguenze del Coronavirus sull’economia italiana, con strascichi che in tutti i settori potrebbero presentare i propri effetti per anni.

Fra i più colpiti, c’è ovviamente il turismo, che rappresenta il 13% del Pil nazionale con un giro d’affari di 232,2 miliardi di euro.

In termini di flussi, nel 2019 l’Italia si è collocata al quarto posto per numero di presenze di clienti negli esercizi ricettivi (misurate in termini di notti spese nelle strutture), preceduta dai suoi storici competitor, Spagna, Francia e Germania, e davanti al Regno Unito. Le presenze nei primi 5 Stati rappresentano quasi il 70% di quelle complessive dell’Unione Europea, che ne conta più di 3,2 miliardi in crescita costante dal 2010 (+2,4% rispetto al 2018).

I primi effetti sono già stati evidenti a febbraio con lo stato iniziale dell’epidemia, ma in molti Paesi, già inizi di marzo -con il picco ancora da raggiungere- si è giunti al sostanziale azzeramento dell’attività, dovuta principalmente ai provvedimenti generalizzati di distanziamento sociale.

Secondo una stima del World Travel & Tourism Council (WTTC) sarebbero a rischio circa 50 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. (In Italia? ndr)

Le sue previsioni per l’impatto del Coronavirus quest’anno stimano le perdite del settore nell’ordine del 25%, ossia l’equivalente di tre mesi di viaggi persi. Un dato che potrebbe tradursi in un calo dell’occupazione calcolato fra il 12% e il 14%.

Considerando più nel dettaglio i mercati esteri di riferimento, l’Italia dipende in gran parte dall’Europa, da cui proviene il 79% di tutte le presenze straniere. Ovviamente, per il turismo italiano i periodi più “caldi” sono quelli del trimestre estivo (giugno-agosto), in cui complessivamente si concentra circa il 50% delle presenze totali limitatamente all’anno.

La stima delle eventuali conseguenze di un prolungata emergenza da Coronavirus per il nostro Paese potrebbe generare perdite devastanti, con un calo di 971 mila arrivi e oltre 3 milioni di presenze e con una contrazione della spesa turistica pari a circa 955 milioni di euro rispetto all’anno di riferimento individuato.

La situazione sarebbe particolarmente grave in quattro le regioni, i cui sistemi turistici sarebbero maggiormente bersagliati: Toscana, Lazio, Veneto e Lombardia con quest’ultima ad essere maggiormente esposta dagli effetti della pandemia: il calo si assesta per l’epicentro della crisi con una contrazione di 673 mila arrivi, un meno 1,6 milioni di presenze e con una riduzione del gettito pari a circa 685 milioni di euro.

Da evidenziare anche i crolli sull’andamento in Trentino Alto Adige (-458 mila arrivi; -2,1 milioni di presenze; -233 milioni di euro di spesa turistica), per l’Emilia Romagna (-246 mila arrivi; -666 mila di presenze; -253 milioni di euro di spesa turistica).

Seguono sulla stessa scia Calabria (-18 mila arrivi, -111 mila di presenze, -12,6 milioni di euro di spesa turistica) e Abruzzo (-10 mila arrivi, -42 mila di presenze, -7,7 milioni di euro di spesa turistica).

Altro indicatore prezioso per avere una misura della crisi è il trasporto aereo, settore chiave per il nostro turismo in particolare per l’incoming di lungo raggio. Secondo i dati di Eurocontrol, l’organizzazione paneuropea che si occupa di servizi per l’aviazione, nella quattordicesima settimana dell’anno (dal 30 marzo al 5 aprile) il traffico totale nel nostro Paese, rispetto allo stesso periodo del 2019, ha avuto un calo del 93% segnando tra le peggiori performance del Vecchio Continente.

Con la durata prolungata dell’emergenza, il fatturato della filiera turismo-trasporti subirebbe un vero e proprio crollo, con perdite del 41,5% nel 2020 (contro il 17,8% dell’economia italiana) e un rimbalzo del 42,2% nell’anno successivo che comporterebbe comunque perdite complessive dei ricavi per 64 miliardi di euro (43 miliardi nel 2020 e 21 miliardi nel 2021).

Rispetto invece alla filiera ricettiva, gli alberghi risultano il settore più colpito con cali nel 2020 nell’ordine del 37,5% nello scenario base e del 73,3% nello scenario pessimistico, con perdite complessive nei rispettivi scenari di 6 e 13 miliardi. A seguire figurano le agenzie di viaggio e la ristorazione, con contrazioni previste per il prossimo biennio che vanno dai 5 agli 10 miliardi di euro, l’autonoleggio (dai 2 ai 6 miliardi) e i trasporti marittimi (dai 2 ai 5 miliardi).

Il turismo, insomma, sarà certamente uno dei settori su cui sarà necessario intervenire con più forza: per certi versi, una vera e propria ricostruzione.