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Il 20 novembre 2022, con il fischio d’avvio dato dall’arbitro italiano Daniele Orsato al match Qatar – Ecuador, è cominciato il Mondiale di calcio più discusso e criticato della storia, l’edizione 2022 che si sta giocando nell’emirato.

Oltre alle critiche di stampo etico e sociale, quello in Qatar è considerato il Mondiale più high-tech di sempre: questo per l’introduzione di nuove tecnologie all’interno degli stadi e soprattutto all’interno del campo da gioco.

Negli ultimi anni la FIFA ha introdotto una serie di nuove tecnologie che stanno rivoluzionando il mondo del calcio. Uno dei precedenti più eclatanti è stato l’introduzione della VAR (Virtual Assistant Referee): una moviola in campo a disposizione della terna arbitrale che fornisce un grande aiuto nelle decisioni di gara.

 

Nel Mondiale stiamo assistendo ad un’altra grande novità che ha come scopo un ulteriore riduzione degli errori arbitrali su una particolare azione di gioco, il  fuorigioco (un calciatore è in posizione di fuorigioco quando una qualsiasi parte del suo corpo si trova nella metà avversaria del terreno di gioco ed è più vicina alla linea di porta avversaria sia rispetto al pallone sia rispetto al penultimo giocatore difendente avversario). Il sistema ideato è chiamato Semi Fuorigioco: si tratta di una vera e propria rivoluzione, perché per la prima volta nella storia un’ Intelligenza Artificiale (o AI, in inglese artificial intelligence) ha un ruolo decisionale sulle sorti della partita, dato che il sistema è in grado di rilevare e valutare la potenziale infrazione. Ma come funziona tutto questo?

Di base l’AI è caratterizzata dalla comunicazione tra due sottosistemi: il pallone, chiamato Al Rihla, e dodici telecamere di localizzazione.

L’Al Rihla presenta al suo interno un sensore in grado di raccogliere molti dati sui movimenti e oscillazioni del pallone, circa 500 informazioni al secondo, come ad esempio lo spin rate (velocità di rotazione), la velocità istantanea e può anche misurare la forza con cui viene impattata la palla.

Tutti i dati vengono poi inviati via wireless ad un’applicazione che li memorizza.

Uno degli effetti causati dal sensore è stato l’annullamento del gol al giocatore portoghese Cristiano Ronaldo. Questo è stato fatto perché il sensore non aveva registrato alcun impatto con il calciatore ex-Manchester United e quindi il gol, comunque convalidato, è stato assegnato al compagno di squadra autore del cross.

L’altro sottosistema è costituito da dodici telecamere di localizzazione, posizionate in modo da visualizzare tutto il campo da gioco, registrando tutti i movimenti dei giocatori con una frequenza di 50 volte al secondo.

 

L’insieme dei dati raccolti dalle telecamere e dall’Al Rihla vengono utilizzati da un programma nella creazione di un modello virtuale d’azione. L’azione di gara, a partire dal momento del passaggio, viene ricreata in formato digitale e grazie a delle linee tracciate in automatico viene valutata la posizione di fuorigioco. L’unico problema del fuorigioco semi-automatico è che non è in grado di valutare se il fuorigioco è diretto o indiretto, cioè se il passaggio è intenzionale (diretto) o se è il risultato di una serie di deviazioni dell’avversario. Il problema è significativo perché nel primo caso il fuorigioco viene sanzionato, mentre nel secondo no. Questo spiega il perché l’arbitro ha ancora l’ultima parola su tutto e il motivo per cui il sistema è chiamato Semi Fuorigioco.

La scelta di introdurre la tecnologia è dovuta al fatto che con l’utilizzo della VAR il tempo perso era troppo elevato: per prendere una decisione poteva volerci anche più di un minuto. Con il Semi Fuorigioco i tempi si sono ridotti: entro 20 secondi dal momento in cui avviene l’azione la valutazione viene fatta.

 

Fonte: https://techprincess.it/fuorigioco-semi-automatico-mondiali-qatar/

 

Non solo campo, però. Molte altre nuove tecnologie hanno cambiato l’esperienza degli spettatori, impattando sull’architettura e sul design degli stadi. Gli impianti realizzati in Qatar sono infatti fra i più all’avanguardia del mondo. Tra le novità più rilevanti trovano spazio il tanto criticato sistema di raffreddamento automatico e il Bonocle.

Per quanto riguarda i sistemi di raffreddamento sono assolutamente necessari: in quella zona dell’Asia minore la temperatura media percepita in inverno è infatti di circa 30°gradi Celsius. Chiaramente giocare in queste condizioni non è fattibile per nessun essere umano, così Tamim Bin Hamad Aj Than, l’emiro del paese, ha affidato la risoluzione del problema all’ingegnere qatariota Saud Abdul Ghani. Quest’ultimo ha progettato un sistema complesso, che rileva le temperature all’interno e all’esterno dello stadio tramite dei sensori e poi attraverso gas freddi riesce a creare una bolla d’aria all’interno della costruzione. La bolla di aria fredda respinge quella calda proveniente dall’esterno e questo permette di ridurre di molto il caldo; è stato sperimentato che con una temperatura esterna di 40° gradi circa, all’interno se ne registrano appena 23°.

Oltre al clima, negli stadi del Mondiale è stato approntato un sistema utile anche per supportare gli spettatori con disabilità. Bonocle è una start-up qatariota che ha sviluppato un dispositivo, il Braille Entertainment Platform (o BEP), ideato per permettere alle persone non vedenti di assistere alle partite. Il BEP è stato progettato in modo tale da simulare una linea di Braille infinita. Il tutto avviene attraverso un layer, dove sono presenti degli spuntoni che alzandosi e abbassandosi modificano la superficie dove l’ipovedente può leggere attraverso il Braille, parole o intere frasi lettera per lettera. Il BEP si connette in wireless ad un’applicazione fornita all’acquisto del dispositivo, che si connette all’ente di trasmissione della partita e così vengono riportate le parole del telecronista. Inoltre il Braille Entertainment Platform può essere usato in molte altre attività come la lettura di un libro, il gaming (giocare ai videogiochi), lo studio e più in generale il lavoro.

Fonte:   https://at.mada.org.qa/technology/bonocle/

In conclusione è chiaro che questo Mondiale è considerato dalla football industry una rampa di lancio per le nuove tecnologie, con l’idea finale di utilizzarle in tutte le competizioni di rilievo.

L’evoluzione tecnologica di questo sport è però solo una piccola parte di ciò che possiamo osservare in Qatar, infatti i sistemi di raffreddamento sono inseriti nelle strutture degli otto nuovi stadi, ottenuti con lo sfruttamento di migliaia di lavoratori; che in seguito dovranno vedere uno di questi stadi essere completamente smontato e inviato in Uruguay, che è diventato di fatto il primo compratore di stadi “ricondizionati” di sempre. Gli stessi sistemi di raffreddamento sprecano quantità immense di acqua e sono per questo un oltraggio al pianeta. Inoltre fanno discutere le decisioni etiche prese dal paese nell’accogliere la competizione e le culture delle altre nazioni, ad esempio l’iniziale divieto nel bere alcolici (poi limitato nelle zone pubbliche) e il divieto per i capitani delle squadre di indossare la fascia con i colori dell’arcobaleno (da tempo i colori simbolo per la community LGBT).  Dunque sono molti i punti da approfondire e tutti diversi tra di loro, ma ognuno ha un comune denominatore: una decisione perlomeno discussa presa dalla FIFA.