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Il secondo giorno del Web Marketing Festival sono state aperte, per la prima volta in assoluto, le porte della sala SDGs per ospitare diversi interventi sulle tematiche attinenti agli obiettivi dell’Agenda 2030. Gli speaker, susseguitisi sul palco, hanno fornito diverse letture dei “Sustainable Development Goals” fissati dall’ONU nel 2015 che, almeno fino al 2030, dovranno guidare il progresso umano sul nostro Pianeta.

 

Le aziende e gli SDGs

Ad aprire le danze è stato il Professore Andrea Alemanno, e lo ha fatto con una premessa volta a sottolineare come l’interesse verso i temi ambientali sia sempre esistito ma che si è tramutato in coscienza nel momento in cui l’ecocidio si è manifestato inequivocabilmente agli occhi dell’opinione pubblica come un evento molto probabile e molto dannoso. Il professore, ha mostrato alla platea come il timore che si è instillato nella comunità investa di responsabilità le aziende che per essere scelte dai consumatori devono mostrarsi sempre più autentiche, più credibili e in grado di creare esternalità positive nell’ecosistema in cui operano.

Si va delineando, ha continuato il relatore, il paradigma del “consumatore eroe”, sei italiani su dieci sono attenti alle loro scelte di consumo; nel mondo questo tasso si abbassa a quattro persone su dieci. Un altro dato confortante in arrivo dal Belpaese è che, a differenza di quanto accade nel mondo, non si riscontra alcuna polarizzazione tra categorie di consumatori: la questione ambientale interessa tutti senza distinzioni di età, censo e genere. Ad oggi, non è solo il mondo della produzione a dover tener conto dell’importanza che gli obiettivi di sviluppo sostenibile hanno per il nostro futuro, anzi, lo stesso deve fare la finanza e questo fornisce una spinta in più alle aziende che oggi, più che mai, investono green.

Anche la tecnologia ha trovato il suo giusto spazio nella relazione del Professor Alemanno che ha ricordato come per portare a termine la missione “sviluppo sostenibile” non può essere assolutamente trascurato il contributo della tecnologia e il suo ruolo di abilitatrice della sostenibilità. Lasciando il palco, il relatore si è rivolto direttamente agli spettatori invitandoli a abbandonare la logica compensativa per abbracciarne una rigenerativa con un cambio di paradigma dall’economia circolare a quella elicoidale, in cui il sistema non si chiude in sé stesso ma è continuamente proteso in avanti in perpetua evoluzione.

La seconda speaker, Barbara Degani, ha introdotto il tema della relazione, un concetto fondamentale per lo sviluppo sostenibile tanto che l’ultimo tra gli obiettivi individuati dall’ONU è volto proprio al rafforzamento e al rilancio del partenariato globale. Senza la collaborazione tra governi, settore privato e società civile, ha rilevato il relatore, la sfida di sostenibilità non può essere vinta.

La Dottoressa Degani, ha illustrato l’impossibilità, per le aziende, di affrontare da sole il percorso verso l’innovazione green e ha ribadito, a più riprese, l’importanza del coinvolgimento degli stakeholder e la necessità di instaurare con loro una relazione collaborativa. A tal proposito, assume un ruolo fondamentale il bilancio di sostenibilità ossia “l’esito di un processo con cui l’amministrazione rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato”.

Il bilancio di sostenibilità, con il quale l’azienda comunica periodicamente ai portatori d’interesse i risultati sociali e ambientali della sua attività, è lo strumento d’eccellenza per onorare l’impegno preso con il diciassettesimo obiettivo di sviluppo sostenibile e permette il monitoraggio sia degli emergenti bisogni sociali sia dei nuovi bisogni di mercato. Sebbene per molte attività non sia ancora obbligatorio, questo rappresenta un momento di incontro sia per i consumatori che per gli investitori oltre che essere un momento di profonda conoscenza di sé stessi per l’azienda che lo redige.

 

Economia circolare

Successivamente nella sala SDGs, grazie all’intervento del Professor Mazzanti, è stato approfondito il tema dell’economia circolare. In particolare, è stato posto l’accento sul fatto che il modello economico circolare è pensato per potersi rigenerare da solo e si basa su di un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali nei cicli produttivi successivi, riducendo al massimo gli sprechi. Per perseguire gli obiettivi di circolarizzazione dell’economia fondamentale si rivela l’investimento sull’innovazione e in particolare sui settori di ricerca e sviluppo.

Purtroppo l’Italia, pur avendo degli ottimi risultati per quanto riguarda le politiche sul riuso dei materiali, ha ancora molte difficoltà nell’affermazione di politiche volte agli investimenti. Prova ne è che l’innovation index le attribuisce “solo” il trentesimo posto nella classifica globale, affermandosi fanalino di coda dei paesi europei. Il Professore, citando Alexander Langer, ha ricordato come la realizzazione della conversione ecologica, ormai imprescindibile per la società, potrà essere raggiunta solo quando assumerà una certa desiderabilità sociale. Solo quando tutti sceglieranno consapevolmente di muoversi verso un modo più verde sarà possibile vedere attuata la rivoluzione ecologica di cui il Pianeta ha bisogno.

 

La responsabilità sociale d’impresa

Quello dello sviluppo sostenibile è un problema complicato che si articola secondo diversi gradi di complessità ma Elisa Serafini, capo degli affari pubblici in Gloovo, ci ha mostrato come anche la responsabilità sociale d’impresa (CRS) sia uno dei modi possibili per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. All’interno del suo discorso sono stati moltissimi gli esempi di aziende che, tramite le proprie azioni e le proprie scelte, sono riuscite a creare delle esternalità positive all’interno dell’ecosistema che le ospitava.

Tra tutti i casi mostrati, il più interessante è stato quello dell’impegno sociale di Cartoon Network a seguito del taglio dei fondi alle scuole pubbliche americane che ha generato una diffusa mancanza di personale deputato al controllo dell’attività ricreativa. Cartoon Network, in risposta a queste notizie, ha deciso di predisporre sul suo sito un modulo attraverso il quale i genitori, indicando la loro disponibilità, si sostituivano al personale scolastico nella sorveglianza dei momenti ricreativi. Questa operazione, con costi quasi irrisori per la società, ha permesso non solo di creare un impatto positivo sulle scuole ma ha anche permesso a Cartoon Network di raccogliere un considerevole numero di dati sui fruitori dei loro canali. L’insegnamento che si è ritenuto di poter trarre da questa storia è che la prima scintilla che accende il motore dell’impegno sociale ha una natura altruistica ma in fondo l’essere umano, pur essendo un animale sociale, tende quasi sempre a prodigarsi per gli altri al fine di raggiungere una sua gratificazione personale. Quando si parla di responsabilità sociale d’impresa, è opportuno quindi accontentarsi del bene fatto senza guardare troppo al perché ma solo godendo delle ricadute positive del sistema.

 

Il ruolo dell’istruzione

Nella sua terza giornata il WMF ha ospitato una serie di interventi interamente dedicati all’importanza dell’istruzione per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. In particolare, è stato introdotto il progetto “Dialoghi delle cattedre UNESCO”. Questo è “un programma di incontri Webinar realizzati dalle Cattedre UNESCO italiane che, anche attraverso il confronto con altri studiosi ed esperti sui temi della sfida globale per lo sviluppo sostenibile, si raccontano ad un pubblico vasto”.

All’introduzione affidata alla Professoressa Rondinella, è poi seguito l’intervento della Professoressa Mini che ha sottolineato come il raggiungimento di alcuni obiettivi possa essere valutato tramite una serie di indici che hanno una stretta correlazione con il mondo dell’istruzione e in specie con il “performance index” il quale tiene conto della capacità di lettura e comprensione del testo, delle capacità logico matematiche e delle capacità di problem solving, ossia tutte quelle abilità considerate fondamentali per la vita adulta. In particolare, il perseguimento dell’obiettivo 3 può essere misurato dal “life expectancy index”, l’obiettivo 4 dal “life long learning” mentre l’obiettivo 5 dal “gender inequality index” e, infine, l’obiettivo 8 dal “youth not in school or in employment”. Tutti questi indicatori si rispecchiano perfettamente nel “performance index”.

Il Web Marketing Festival ha dedicato due intere giornate alle tematiche dello sviluppo sostenibile che, come visto, è stato indagato attraverso diverse lenti ma, ancora una volta, con un unico esito: la permanenza dell’uomo sul Pianeta, secondo le attuali modalità, è insostenibile. Siamo gli abitanti dell’ultimo minuto ma siamo stati noi a distruggere la casa che ci ospita; se non si corre al più presto ai ripari la Terra non avrà problemi a liberarsi di noi. Perché, a differenza della consolidata visione antropocentrica, la Terra non ha bisogno di noi ma è la nostra specie, che per sopravvivere, ha bisogno lei.